Stanco delle continue chiamate dei call center? Difendersi è possibile, ecco come

In tanti sono ormai stanchi di ricevere continue chiamate dai call center a opera di operatori troppo aggressivi, ecco cosa fare.

Ricevere chiamate da parte degli operatori dei call center a casa può essere davvero frequente, spesso addirittura fastidioso. Dire di non essere interessati, anche in modo educato, a volte non basta, ci sono infatti alcuni addetti che finiscono per essere insistenti e che non si accontentano di un no.

call center aggressivi come difendersi
Difendersi dalle telefonate dei call center non è semplice – Foto Talkmagazine.it

Certamente questo atteggiamento a volte è dettato dalla loro volontà di guadagnare, soprattutto perchè alcuni di loro percepiscono stipendi quasi ai limiti della fame, per questo la cifra che percepiscono può salire solo se riescono a sottoscrivere un contratto. Non si dovrebbe comunque mai fingere di non ascoltare il cliente quando si dichiara disinteressato, il rischio di andare incontro a insulti può essere concreto in alcuni casi.

Come evitare le chiamate dei call center troppo insistenti

Non è così raro ritrovarsi a ricevere anche più volte nella stessa giornata chiamate da parte di operatori di call center. All’ennesimo episodio è naturale sentirsi stanchi e non sapere più come fare per far comprendere di non essere interessati alle varie proposte, anche se gli addetti ovviamente spesso non si conoscono tra loro quindi non possono saperlo.

Riuscire a trovare uno stratagemma per evitare di essere eccessivamente bersagliati è ormai diventato inevitabile. Agcm-Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato e Arera-Autorità di Regolazione per Energia Reti e Ambiente hanno deciso di muoversi in prima persona attraverso una campagna di comunicazione apposta, volta a dare una serie di consigli agli utenti su come sia meglio agire.

Gli episodi in questo periodo sono diventati ancora più frequenti rispetto al solito, soprattutto in una fase come quella attuale in cui ci avviciniamo alla fine del mercato tutelato per le bollette, per questo si vogliono invitare i consumatori a capire cosa fare. Non tutti, però, sono in buona fede, non può quindi che essere utile capire chi sta tentando di mettere in atto una truffa.

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Attaccare il telefono all’ennesima chiamata è inevitabile – Foto Talkmagazine.it

Innanzitutto è determinante chiedere a chi si trova dall’altro capo del teleforno di fornire la sua identità e perché sta chiamando per verificare le sue intenzioni. Si deve ricordare che nessuna Autorità, Agenzia o Ente pubblico chiama i clienti finali per attivare nuovi contratti.

Spesso si cerca di insistere per chiudere il contratto direttamente al telefono, ma anche in questo caso niente è obbligatorio. L’accordo concluso in questo modo diventa vincolante solo se si firma qualcosa di scritto. Non si deve nemmeno credere a chi sostiene ci sia il rischio di restare senza fornitura di luce e gas. Non si deve nemmeno scegliere per forza un fornitore diverso dal proprio.

Scegliere bene è importante

Lasciarsi prendere dalla fretta quando dall’altro capo del telefono c’è un operatore di call center che cerca di essere insistente pur di concludere un contratto è un errore. Si deve non solo verificare con attenzione il costo finale, ma anche le condizioni che vengono proposte, per questo è più che naturale prendersi del tempo e magari parlare con un familiare prima di dare una risposta.

E’ possibile comunque cambiare idea dopo avere sottoscritto un accordo, ogni utente può infatti usufruire del diritto di rispensamento, ovvero il diritto di liberarsi dal vincolo contrattuale senza fornire alcuna motivazione, manifestando una volontà in tal senso inviando una raccomandata A/R o una Pec al fornitore. Si può esercitare la propria volontà entro un tempo massimo di 14 giorni.

A volte si può inoltre ricevere una bolletta da parte di un fornitore pur senza avere mai sottoscritto alcun accordo. In questo caso si può essere vittime di un’attivazione non richiesta. In questi casi non si deve pagare la fattura secondo quanto stabilito dall’articolo 66-quinquies del codice del consumo.

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