Gianmarco Saurino è uno dei volti Rai più amati dopo la sua partecipazione in Che Dio Ci Aiuti, in cui tornerà ancora una volta nei panni di Nico per la terza volta. Sappiamo anche che tornerà la Monica Di Diana Del Bufalo, mentre dopo alcune puntate dovrebbe uscire di scena la Ginevra di Simonetta Columbu che dovrebbe esserci nella serie come ci ha confermato lo stesso attore. Prima però da stasera lo scopriremo in un nuovo ruolo col camice bianco, dato che lo vedremo nei panni di Lorenzo Lazzarini in DOC – Nelle tue mani. Il suo personaggio viene da conflitti interiori importanti, tanto che l’attore ce lo descrive come “uno specchio frantumato”. Un ruolo doppiamente affascinante per Gianmarco Saurino sia per la responsabilità d’interpretare un medico sia per la scrittura ricca di sfumature. Oltre al cinema la sua grande passione è il teatro, di cui ci ha parlato col cuore colmo di tristezza nel vederli chiusi per via dell’emergenza coronavirus. Sta approfittando però del tanto tempo libero per divorarsi diversi libri, per scoprirli tutti dovete leggere la nostra intervista.

Come sta andando questo periodo di quarantena?
“Diciamo che questa clausura è d’oro rispetto a quello che stanno vivendo in altre parti d’Italia. Io non sono sceson a Foggia, sono a Roma a Centocelle. In questo momento risulta davvero difficili parlare di televisione, ma come si dice ‘the show must go on’. Uno si sente inadeguato, perché indossare un camice ha un certo peso mentre oggi ancora di più. Però le persone magari riescono a svagarsi qualche ora. Io non riesco a capire come ci sia gente che si lamenta a stare a casa quando ci sono persone che vivono nella tragedia ogni giorno. Però mi sento anche in difficoltà perché diciamo di stare chiusi a casa, ma magari non tutti hanno una bella casa. Vediamo le case immense dei vip per cui magari è più facile col giardino, ma non è il mio caso ho solo il terrazzo (ndr)”.
La fiction però batte sempre tutti, gli italiani si stufano un po’ del coronavirus. Parlaci un po’ di DOC?
“Questo è stato forse il ruolo più difficile che ho fatto per la televisione. Lo è stato perché quando indossi un camice senti la responsabilità, ma anche perché la sceneggiatura mi ha messo in difficoltà aumentando i miei rischi e questo non accade spesso. Il mio personaggio ha degli ostacoli da superare che si accumulano e alla fine viene reso umano. Il personaggio diventa più credibile ed estremamente complesso. Ha delle cose non risolte, è un po’ come guardarsi nello specchio e vederlo frantumato. Questo si ripercuote nel relazionarsi agli amici, alle donne e al proprio lavoro. È stato molto bello risolvere questo equilibrio tra armonia e caos. Il mio Lorenzo Lazzarini è stato un vero regalo”.
Avevi bisogno di dare un’autenticità, che lavoro hai fatto? Hai studiato in ospedale e guardato magari Grey’s Anatomy?
“Mi sono guardato un bel po’ di roba: per la prima volta Grey’s Anatomy, Scrubs, The Good Doctor, ma io ero un grande fan di ER e ci sono cresciuto. Non ho mai avuto passione per il mestiere di medico, ma la RAI ci ha mandato a fare un training di 10 giorni, ci hanno chiuso al Gemelli e buttare la chiave. Abbiamo seguito sia singolarmente che in gruppo i medici del reparto di medicina interna, dovevamo stare dietro di loro e studiare il loro modo di relazionarsi con i pazienti. Abbiamo seguito anche delle operazioni minime, come muovono le braccia e tante piccole cose che ci hanno permesso di essere credibili in scena. Vedrete che quello che abbiamo fatto sembrerà stra reale, perché se hai studiato e fatto il lavoro dell’attore al meglio anche un bisturi finto può diventare vero”.
Per la quota rosa delle fiction anche qui ti vedremo in una relazione amorosa?
“Si , ma la cosa bella è che non è importante. L’amore è parte della vita di tutti noi, quindi anche delle serie tv. In questa serie però non è il motore principale. Il personaggio ha un irrisolto dentro di se e questo si ripercuote anche nelle relazioni, questa è solo una parte dentro di lui. Per quanto io abbia una passione per il personaggio di Matilde Gioli nella serie sarà molto divertente vedere come non sia semplicemente amore. Questo sentimento c’è ma non è importante”.
In Italia abbiamo avuto altre serie mediche come Un Medico in Famiglia e Braccialetti Rossi. C’è la possibilità per DOC di essere un prodotto longevo per più stagioni?
“Io sono cresciuto con Un Medico in Famiglia, ma parliamo di un altro tipo di progetto. Quello era un dramma familiare e l’aspetto professionale era relativo, DOC è una serie professionale che non distoglie però l’attenzione dal lato umano. Usa il pretesto della medicina per narrarla con precisione. Non distoglie lo sguardo dal fatto che sotto il camice ci sono degli esseri umani con le loro ansie. Mi auguro ovviamente che possa avere una sua longevità, lo vedo molto vicino a Grey’s Anatomy per il tipo di prodotto. Altre stagioni dipenderanno dal pubblico, potenzialmente una cosa così in Italia non c’era ed era il caso si facesse. Ora andiamo con quattro puntate, le altre arriveranno in autunno perché non siamo riusciti a finirle. Questo è un prodotto giovane fatto dai giovani, è un rischio di qualità”.
Che Dio Ci Aiuti, forse ci sarà un triangolo per il Nico di Gianmarco Saurino?

Tra poche settimane saresti dovuto tornare sul set di Che Dio Ci Aiuti, che purtroppo è sospeso per coronavirus. Cosa ci puoi dire?
“Sulle date purtroppo non si sa niente, anche la produzione è in balia degli eventi che si stanno susseguendo nel paese. Dovevamo essere sul set dal 30 di aprile con data di uscita 2021. Credo che però prima di maggio non si potrà pensare nulla. Posso però dire di essermi confrontato con gli sceneggiatori, per me sarà la terza stagione e non me lo sarei mai aspettato. Questa sarà la serie della maturità per il mio personaggio. Credo che sarà il sunto di quello che è successo prima, avrà una risoluzione personale e nei rapporti. Vi divertirete molto”.
Con Ginevra come vi organizzerete dato il ritorno di Monica?
“Non ve lo posso dire, però da quello che so io dovrebbe esserci anche Simonetta. Il Coronavirus magari cambierà le carte in tavola (risate ndr). C’è anche il ritorno di Diana del Bufalo nei panni di Monica. Sarà una bella stagione”.
Tu ami tantissimo il teatro, quanto ti fa male vederli chiusi?
“La chiusura dei teatri fa tanto male, ho perso dieci repliche personalmente. Già riempire i teatri è difficile, figurati con quello che stiamo passando cosa troveremo. Io ho aderito personalmente alla campagna “io non chiedo il rimborso” per alcuni biglietti che avevo acquistato di spettacoli poi cancellati, questo è un modo di sostenere il teatro”.
Dato che hai fatto uno spettacolo L’importanza di leggere i classici con Francesco Montanari puoi consigliarci qualcosa da leggere durante la quarantena?
“In questo momento sto leggendo il libro “Anima” di Wajdi Mouawad uno scrittore libanese che vive in Canada, è molto carino. Ho appena finito di leggere “Ossigeno” di Sacha Naspini, molto molto bello. Il libro però che consiglio al 100% è un altro libro di questo autore “Le case del mal contento”, ambientato in Toscana ed è uno dei più belli che ho letto negli ultimi anni. Ho riletto anche recentemente il romanzo “Viaggio al termine della notte” di Louis-Ferdinand Céline. Un altro libro che mi sento di consigliarvi è di Richard Mason e si chiama “Anime alla deriva”, ho conosciuto questo romanzo nella bellissima manifestazione “Il Libro Possibile” a Polignano a Mare”.
L’appuntamento con Gianmarco Saurino è stasera su Rai 1 in prima serata per “DOC – Nelle tue Mani”.